Domanda:
Buonasera
Mi chiamo Davide(abito a Torino),vorrei alcune informazionj riguardo il mio amato Pleyel classe 1875-80,num.71223.(mezza coda da 185 cm) So che monta una meccanica di tipo inglese “a pettine”(presente sui Pleyel fino 1910-20),ma è da considerarsi a singolo o doppio scappamento? La parte lignea è stata da me restaurata (mi occupo di alta ebanisteria 600-700)
Interventi di restauro fatti da tecnico specializzato(circa 10 anni fa):
La martelliera è stata rasata (pettinata) visto che presentava feltro in abbondanza,(anche se sarebbe mio desiderio ora sostituirla,il feltro ormai risulta essere duro,infeltrito, con una nuova con feltro morbido, ho contatti con alcuni laboratori francesi specializzati in pf. Pleyel)
l’avorio è stato sbiancato e rilucidato….
Tav armonica filettata e riverniciata gomma lacca
Sostituite tutte le corde in acciaio,i bassi per ora no, poichè non sono ossidati e producono ancora un’ottimo suono.
Sost. Cashmire e parti soggette usura ………
regolazione meccanica da effettuare.
Domande:
Chi tipo di martelliera lei consiglia per un Pleyel “ fine 800 quindi”tardo”?
Inoltre siamo i difficoltà nel ristabilire l’esatta distanza del “bottone di scappamento” quello che ferma la corsa del cavalletto. ,causa di errate manomissioni precedenti il restauro.
Questi strumenti appartengono ad un mercato di nicchia,quindi quale canale percorrere per poter rivolgersi a loro?
Ed infine,è mio desiderio venderlo(sono in trattativa per un Bechstein 1930 a coda,dunque quanto posso sperare di realizzare da un ‘eventuale vendita del Pleyel(purtroppo non posso permettermi il lusso di tenere entrambi)?
Risposta:
Salve,
innanzitutto complimenti per il suo magnifico strumento e l’eccellente lavoro di ebanisteria che ha effettuato.
Per quanto riguarda la parte meccanica, generalmente dopo interventi quali rasatrura della martelliera e la sostituzione delle “parti soggette ad usura” (quali parti in particolare?), la registrazione è un’operazione assolutamente obbligatoria, imprescindibile. Essa rende la meccanica del pianoforte fluida, accettabile e quindi lo strumento suonabile. Sono operazioni da effettuarsi quasi contestualmente; è impensabile rasare una martelliera e non registrare i piloti per correggere la distanza martello/corda.
Restaurare (anche in maniera solo conservativa) la meccanica del pianoforte significa, sì sostituire le parti usurate, ma anche armonizzarle tra loro attraverso operazioni di registrazioni che passano dalla livellatura tastiera all’affondamento tasti, distanza martello/corda ecc.ecc.
Per quanto riguarda la durezza della martrelliera si può restituire la voce originale allo strumento e la morbidezza che inevitabilmente con il tempo vien meno attraverso quella procedura chiamata intonazione: con una buona preintonazione si restituisce al martello l’elasticità necessaria e la potenza sonora, con la successiva intonazione si lavora sulla definizione sonora e sul timbro. Quindi, se c’è ancora feltro sufficiente, invece della sostituzione della martelliera propenderei per la conservazione dell’originale provvedendo all’intonazione della stessa.
Il tipo di meccanica montata sul suo interessantissimo Pleyel è appunto di tipo inglese tipiche dei pianoforti Broadwood e Pleyel; successivamente Collard elaborò nel 1884, sul modello di meccanica inglese, una sorta di doppia ripetizione.
Presto pubblicherò sul blog gli schemi delle due meccaniche.
Spero d’esserle stato d’aiuto, mi contatti pure per ulteriori chiarimenti, sarò felice di risponderle -in tempi più ragionevoli, prometto-.
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