Domanda:
Buonasera Francesco,
Le scrivo per avere una consulenza (eventuali riparazioni consigliabili, anno di fabbricazione, …) circa un pianoforte, con numero di matricola 23411, della Feurich Liepzig.
Devo fare una piccola premessa: questo pianoforte ha una storia molto lunga; infatti mio nonno lo comprò già di seconda mano quando lui era giovane, se non erro prima dello scoppio della Guerra (mio nonno era nato negli anni ’20); da Messina fu trasportato fino a Trento, dove io risiedo, nella casa di mia nonna trasferitasi nel 2000; il trasporto non fu dei migliori, fu infatti smontato in modi non molto ortodossi e quindi rimontato. Nel 2008 fu di nuovo trasportato, questa volta a casa mia, sempre a Trento. Inoltre negli anni ’80 mio nonno lo fece restaurare (il restauratore cambiò anche i tasti che erano in avorio con semplicissimi tasti in plastica solo perchè due erano lievemente scheggiati, probabilmente li doveva vendere a qualcun’altro, “rubandoli” ad altri). Non venne utilizzato per quasi vent’anni, infatti io ho ripreso le orme di mio nonno, e nel 2008 chiamai un accordatore che lo “rimise in piedi”. Ha una meccanica a baionetta, non posso pretendere troppo, solo che ha un grandissimo valore affettivo per me.
Ha un suono molto bello, però non ha più quel che mia mamma racconta che aveva vent’anni fa. Volevo quindi sapere se secondo lei converrebbe restaurare, oppure cosa fare per sistemarlo. Le ho allegato inoltre delle foto riguardanti il mobile, che anch’esso si sta deperendo pian piano: sa cosa si potrebbe fare?? Ha qualche consiglio??
Certo di un suo puntuale ed esauriente riscontro le auguro una buona serata
Marco
Risposta:
Salve, spesso questi strumenti vengono salvati più perchè parte della storia della propria famiglia che non per il loro valore oggettivo. Come lei stesso ha detto monta un tipo di meccanica a baionetta che molti oggi ritengono non più proponibile ai fini dello studio del pianoforte. Come spesso ho scritto ho un debole per queste meccaniche anche se il più delle volte si trovano in condizioni pietose e richiederebbero interventi pesanti per esser rimesse a posto… cosa tra l’altro quasi sempre possibile. Purtroppo la mancanza della ricopertura dei tasti in avorio svaluta molto lo strumento e non solo dal punto di vista storico, in genere si tenta sempre di salvare le ricoperture in avorio.
Il fatto che lo strumento nel tempo cambi timbro è una cosa piuttosto normale, i martelli perdono di elasticità, rimangono i segni delle corde e si formano i solchi la polvere indurisce il feltro del martello, in genere si risolve la cosa con una rasatura della martelliera e una buona intonazione.
I danni al mobile son facilmente riparabili da un buon ebanista, nel complesso le condizioni mi sembrano buone.
Al suo posto sentirei un tecnico e mi farei fare un preventivo e penserei seriamente di rimettere in sesto lo strumento.. se non ci son danni strutturali importanti tutti i pianoforti son restaurabili con ottimi risultati e nel suo caso poi lo strumenti è anche un pezzo importante della sua famiglia.
Vista la matricola lo strumento è stato costruito alla fine del 1909.
La saluto e rimango a disposizione per ulteriori suggerimenti.
10 aprile 2012
Consulenze pianoforti